Psicoterapia

analisi-quadro

Che cosa è la Psicoterapia Psicodinamica

La Psicoterapia Psicodinamica e, in particolare, la Psicoterapia Psicoanalitica è un metodo di applicazione della Psicoanalisi di Sigmund Freud, riconosciuto e praticato a livello mondiale. Oggi costituisce un riferimento teorico e tecnico per altri procedimenti psicoterapeutici, ampliando l’approccio psicoanalitico a quadri clinici e malesseri psicologici sempre più diversificati e complessi, come  conseguenza dei profondi cambiamenti sociali (per esempio modifiche della struttura familiare) che caratterizzano il contesto socio-culturale dell’età contemporanea.  Sulla base del modello di intervento proposto dalla Psicoterapia Psicoanalitica, paziente e terapeuta, nel colloquio, cercano di conoscere e comprendere le cause dei conflitti preconsci e inconsci; cercano, insieme, di capire le fantasie, le aspettative e le paure inconsce che definiscono patologicamente relazioni e legami  nei confronti del partner, della famiglia, del lavoro ma anche nei confronti di se stesso, per poter così privare le rappresentazioni inconsce della loro forza patogena.
 A medio-lungo termine, il trattamento mira così a modificare il disturbo di struttura della personalità. Lo psicoterapeuta psicoanalitico è formato particolarmente a percepire il disagio della personalità nel modo in cui esso si manifesta all’interno dell’organizzazione della relazione del paziente nei suoi confronti (transfert), a interpretarlo e a elaborarlo. In questo modo, si persegue un miglioramento duraturo della capacità di tollerare il conflitto, della resistenza e del senso di responsabilità. Nel processo psicoterapico così inteso, il cambiamento consente di rinunciare in modo stabile ai sintomi, determinati da processi inconsci, per assumere altre strategie, consce, in relazione con la propria vita e il proprio ambiente.

Chi può trarre beneficio da una psicoterapia psicoanalitica?

Il disagio psichico che spinge a richiedere un aiuto allo psicoterapeuta può consistere in una malattia “psichiatrica”, in psicosi, depressioni, varie forme di nevrosi, disturbi borderline e disturbi psicosomatici. Si può anche manifestare, però, come disturbo cronico della capacità di lavoro, come schema relazionale distruttivo oppure come disturbo – spesso gravido di serie conseguenze – della funzione genitoriale. Può trattarsi anche di una crisi esistenziale acuta che non si è in grado di superare da sé, per esempio la separazione o la perdita di un parente stretto, di una depressione reattiva in presenza di condizioni di vita minacciose o esistenzialmente precarie, oppure di gravi crisi in adolescenza. In alcuni di questi casi può essere indicata anche una terapia psicoanalitica “breve” o “focale”. Essa mira comunque e sempre a far sì che il paziente possa rinunciare ai suoi sintomi di origine inconscia, con l’obiettivo di trovare altre strategie, consce, per confrontarsi con la propria vita e il proprio ambiente.

Come avviene una psicoterapia psicoanalitica?

Prima dell’inizio del trattamento avvengono colloqui di analisi della domanda clinica. In essi, il terapeuta cerca di capire le ragioni e le motivazioni che hanno spinto il paziente a chiedere aiuto e di valutare se il paziente sia pronto per una terapia il cui obiettivo è di rendere consci i conflitti inconsci. In caso contrario, consiglierà altri tipi di terapia. Paziente e terapeuta imparano così a conoscersi e, in condizioni favorevoli, si sviluppa una relazione di fiducia solida (alleanza terapeutica che costituisce il presupposto fondamentale per la successiva terapia).
Il terapeuta discute le “condizioni quadro” o setting (numero di sedute, finanziamento ecc.) con il paziente. La Psicoterapia Psicoanalitica è una forma di Psicoanalisi applicata, adattata di volta in volta alla situazione clinica e sociale del paziente. Diversamente che nella psicoanalisi classica (divano), nella psicoterapia psicoanalitica paziente e terapeuta siedono uno di fronte all’altro, solitamente per 50 minuti, da 1 a 3 volte per settimana. In caso di pazienti molto malati, ad esempio in istituzione, questo “setting” può venire modificato in modo significativo e talvolta i pazienti, parallelamente alla psicoterapia, vengono trattati anche psicofarmacologicamente o in psicoterapia di gruppo. Le psicoterapie psicoanalitiche di bambini presentano condizioni quadro (“setting”) adattati all’età del bambino.

Che cosa succede nella psicoterapia psicoanalitica?

Fondamentalmente, la Psicoterapia Psicoanalitica è una terapia verbale effettuata da psicologi e psichiatri che hanno svolto un lungo iter formativo presso le Scuole di Specializzazione in Psicoterapia di Società scientifiche a orientamento psicoanalitico riconosciute dal MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca). Eccettuata la consueta stretta di mano, non avviene nessun contatto fisico. Al centro dell’interesse c’è la persona che si presenta come paziente. Questi è libero di scegliere un argomento – qualunque cosa lo occupi al momento – per esempio un fatto della vita quotidiana, un sogno (la “via regia all’inconscio”) o un ricordo. Il terapeuta si sforza di lasciar agire le comunicazioni del paziente su di sé e di comprenderle nel loro contesto. Si preoccupa che le condizioni quadro di tempo e di luogo vengano mantenute. Il terapeuta domanda o commenta qualcosa e tenta, allo scopo di capire meglio, di stabilire collegamenti. Contemporaneamente, si confronta in continuazione con i sentimenti che sorgono nel corso del colloquio e che il paziente gli trasmette per lo più senza esserne cosciente, rendendoli comprensibili in modo adeguato (interpretazione). Queste interpretazioni consentono al paziente di gettare uno sguardo verso le origini dei propri pensieri e dei sentimenti profondi. L’interpretazione provoca un alleggerimento dei sentimenti che prima erano bloccati o inaccessibili, e il paziente si sente compreso. Come fanno terapeuta e paziente a raggiungere le immagini interiori inconsce che influenzano così negativamente la vita quotidiana, il lavoro, i pensieri e le relazioni del paziente? Ciò avviene grazie all’osservazione del rapporto che si sviluppa tra paziente e terapeuta. Esso è sempre unico e plasmato dalla realtà di un trattamento professionale ma anche dall’inconscio di entrambi. I problemi che il paziente ha con il suo ambiente vengono riprodotti, per lo meno parzialmente, nel rapporto terapeutico. Si manifestano anche nel tipo di aspettative, speranze, timori, sentimenti ambivalenti nei confronti dell’oggetto-terapeuta. L’interesse principale della tematica riguarda il “qui e ora” e non – come spesso si crede – le difficoltà dell’infanzia e del passato. Queste sono tuttavia interessanti nella misura in cui sono sottese al presente. I contenuti di un trattamento psicoanalitico comprendono tutte le fasi della vita del paziente. Centrale è anche l’analisi del rapporto con il terapeuta, nei confronti del quale si rispecchiano la vita interiore e le precedenti, spesso dolorose, relazioni del paziente. In questo modo si giunge spesso alla conoscenza dei rapporti del/della paziente con i genitori, fratelli e altre figure significative. Dalle comunicazioni attuali del paziente, emergono la sua visione, i suoi vissuti, la sua posizione i suoi atteggiamenti, diventando elementi più chiari, accessibili ed elaborabili. Per molti pazienti, il passato, spesso mai elaborato, ha conseguenze significative fino al presente. Il rielaborare, il capire, il liberarsi dal passato e la riconciliazione con ciò che si è vissuto consentono un miglioramento del quadro clinico e una migliore qualità di vita. Il superamento del passato è, per i pazienti, un presupposto necessario al fine di comprendere i vissuti precedenti e per un cambiamento significativo degli stessi. Nella psicoterapia psicoanalitica si rivivono le esperienze precoci con le prime persone di riferimento, ad esempio i genitori, che così possono essere meglio comprese, integrate e risolte.

Quali sono gli obiettivi della psicoterapia psicoanalitica?

In termini generali, gli obiettivi di un processo di psicoterapia psicoanalitica si manifestano in modo evidenziabile:



  • in una migliore salute fisica e in un migliore rapporto con il proprio corpo;
  • in una migliore tolleranza nei confronti di sentimenti penosi e in una coscienza della consapevolezza della natura dei propri conflitti che conducono a una migliore capacità di lavoro e a una maggiore tolleranza dei conflitti sul posto di lavoro e in famiglia;
  • in un atteggiamento più responsabile nei confronti delle figure significative;
  • in un comportamento più consapevole e meno soggetto a disarmonie nello svolgimento dei compiti che la complessità del mondo moderno pone.

La persistenza dei risultati di questo processo terapeutico è in relazione con la sua durata. Il paziente è in grado di continuare autonomamente un processo terapeutico ben impostato dopo la conclusione della terapia.

Quali problemi psicologici può trattare la psicoterapia psicoanalitica?

Incapacità di amare e/o essere amati.

Incapacità di sentire o esprimere le proprie emozioni.

Difficoltà nelle relazioni di coppia.

Ansia irrazionale, paure o fobie (difficoltà nella gestione dell’ansia, attacchi di panico).

Problemi psicosomatici (ipocondria – somatizzazione)

Difficoltà di comunicare e/o relazionarsi con gli altri.

Angoscia, depressione, noia, irrequietezza.

Disturbi del comportamento alimentare.

Problemi legati allo stress.

Sensazione di essere sopraffatti dall’ansia o dallo stress.

Comportamenti dipendenti (abuso di sostanze, gioco d’azzardo, ecc.), ossessioni e compulsioni.

Difficoltà a fare amicizia, a gestire i rapporti di lavoro o scolastici.

Sentire la vita fuori controllo.

Pervasivo sentimento di vuoto.

Problemi di autorealizzazione sociale, familiare e lavorativa.

Problemi nella funzione genitoriale.

Quanto dura una terapia?

Se è vero che non è possibile definire a priori i tempi di una psicoterapia psicoanalitica, è altrettanto vero che questo processo di cura non è e non debba essere “infinito” o “indefinito”. E’ provato che l’effetto di una Psicoterapia Psicoanalitica è tanto più persistente quanto più lunga è stata la terapia. La terapia non provoca soltanto una riduzione di singoli sintomi ma mira alla cura dell’intera personalità, con la sua storia e con i conflitti inconsci che sono all’origine del malessere specifico. In generale, si può dire che quanto più a lungo è durato il disturbo e quanto più questo è profondo, tanto più durerà la terapia. Nell’affrontare crisi acute (per esempio perdita di un parente prossimo, crisi di adolescenza ecc.) può essere di grande aiuto, se l’indicazione è posta correttamente, anche una Psicoterapia Psicoanalitica breve (cosiddetta “focale”) di 20-40 ore.

La psicologia clinica

La psicologia clinica è una delle principali branche teorico-applicative della psicologia. In qualità di modello teorico-tecnico, essa comprende lo studio scientifico e le applicazioni della psicologia in merito alla comprensione, alla prevenzione e all’intervento su problematiche personologiche e relazionali, a livello individuale, familiare e gruppale; in tal senso, il suo campo di applicazione include la promozione del benessere psicosociale e la gestione (valutativa e di sostegno) di molte forme di psicopatologia. L’operato dello psicologo clinico si rivolge quindi alla prevenzione primaria delle condizioni di disagio personale e relazionale, alla promozione del benessere psicologico e psicosociale, all’identificazione precoce delle problematiche o patologie, al corretto inquadramento dei fattori psicologici, personologici, famigliari, relazionali, ambientali e contestuali che generano e mantengono il disturbo o la difficoltà psicologica, alla gestione clinica – tramite consulenze, colloqui e diverse tecniche di sostegno psicologico – delle principali tipologie di difficoltà personali, famigliari, gruppali e comunitarie, all’abilitazione/riabilitazione nelle problematiche emotive, relazionali, comportamentali o cognitive, al sostegno in situazioni di crisi emotiva, relazionale o decisionale. La consulenza psicologico-clinica si configura come uno spazio tutelato dalla privacy, in cui la persona può riflettere insieme allo psicologo sugli aspetti delle proprie difficoltà esistenziali, sulle modalità utilizzate e su quelle che possono ancora essere messe in atto per affrontare i vissuti problematici, sulla valutazione delle risorse e delle potenzialità proprie e del contesto di appartenenza. La condivisione della propria storia e il significato del rapporto tra eventi del passato e attuali porta ad un pensiero alternativo della situazione problematica e aiuta la persona a identificare nuove risorse per il proprio benessere e per una crescita individuale. Gli obiettivi possono essere intesi in qualità di rafforzamento delle competenze e di restituzione al soggetto della capacità di perseguire il proprio benessere in modo autonomo.