Alimentazione: quando diventa un disturbo?

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I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono considerati oggi una delle più frequenti manifestazioni psicopatologiche dell’adolescenza e della prima età adulta e colpiscono soprattutto la popolazione femminile. L’ampia diffusione di questi disturbi ha suscitato una maggiore attenzione in ambito clinico e sociale.

La varietà sintomatologica di questi disturbi pone problemi diagnostici molto importanti che si ripercuotono sulle classificazioni, il decorso e i trattamenti.

La distinzione storica dei disturbi alimentari vede da un lato l’Anoressia Nervosa (AN)e dall’altro la Bulimia Nervosa (BN) ed in aggiunta i disturbi alimentari Non Altrimenti Specificati (NAS), che includono quasi il 60% della popolazione di pazienti con disturbi alimentari (Fairburn et al., 2007) .

L’Anoressia Nervosa generalmente viene diagnosticata attraverso quattro criteri: il rifiuto di mantenere un peso corporeo nella norma; la paura di acquisire peso; il disturbo dell’immagine corporea; amenorrea. Inoltre comprende due sottotipi: una forma restrittiva e una forma con abbuffate/condotte di eliminazione.

La Bulimia Nervosa viene diagnosticata quando sono presenti ricorrenti abbuffate con perdita di controllo e condotte di compensazione con una frequenza di almeno due volte a settimana per tre mesi. Anche in questa categoria sono presenti due sottotipi: con condotte di eliminazione e senza condotte di eliminazione.

Infine, la categoria dei disturbi alimentari NAS comprende tutte le forme anoressiche e bulimiche sottosoglia, il disturbo da alimentazione incontrollata(BED), l’anoressia inversa (vedere il proprio corpo gracile e quindi ricercare ossessivamente di avere un corpo muscoloso), il night-eating syndrome (sindrome delle abbuffate notturne) e l’ortoressia (ossessione per i cibi biologicamente puri e sani).

L’esistenza di un contenitore così ampio di diagnosi alternative rende quindi inefficace la diagnosi che si riversa, inevitabilmente, sulla prognosi e sul processo terapeutico.

Nel DSM-5 ci sono stati molti cambiamenti significativi relativi alla classificazione diagnostica dei disturbi alimentari. Una modifica rilevante riguarda l’eliminazione della sezione dei disturbi solitamente diagnosticati nell’infanzia, nella fanciullezza e nell’adolescenzae i disturbi della nutrizione ivi inclusi, che sono stati inseriti nella categoria dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.

Psicologo, Psicoterapeuta

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